Mulino (rif.168)
Rif: 168
Comune: Tresnuraghes
Descrizione:
Il mulino è individuato nel Catasto del Real Corpo di Stato Maggiore Generale (Catasto De Candia) (tavoletta 4, Comune di Tresnuraghes, anno 1844). Lo stesso è riportato nella cartografia I.G.M. F° 206, in scala 1:100.000 (“Macomer”, ril. 1899) e nel dettaglio in scala 1:50.000 (F° 206 IV “Bosa”). Nel Foglio 11 in scala 1:2.000 del primo impianto del catasto del Comune di Tresnuraghes (ante 1931) è situato in prossimità della sponda destra del Rio Mannu, dalla quale proviene una derivazione innestata poco più a monte, subito ricollegata al corso d’acqua dopo aver servito l’opificio. I documenti catastali, nel tratto del Rio Mannu a partire dal ponte Luzzanas in direzione della foce, riportano circa 35 costruzioni correlabili a opifici idraulici. La presenza di opifici idraulici lungo questo corso d’acqua è citata dall’Angius nei resoconti dei suoi sopralluoghi in Sardegna della metà dell’’800 il quale riferisce che “…il fiume, che viene dalle notissime fonti della chiesa silvestre di s. Antioco, le cui acque mettono in moto molti molini di Scano, servono per le gualchiere a quei di Flussio, quindi a’ molini di Tres-nuraghes”.
Dell’’opificio, a pianta rettangolare, si conserva pressoché integralmente la muratura perimetrale in elevazione, eccetto il lato posteriore, in gran parte scomparso. Il profilo delle stesse mura maestre indicano che il tetto era a falda unica spiovente verso il retro. La struttura muraria è costituita da trovanti di dimensioni varie e di origine essenzialmente vulcanica, disposti ad opera incerta, con rinzeppature e inserimenti di ciottolame. Presenta lembi integri di intonaco esterno. Non sono evidenti elementi della pregressa destinazione tipologica ma i caratteri costruttivi simili a quelli dei mulini limitrofi e la corrispondenza univoca con le segnalazioni cartografiche non lasciano dubbi sulla funzione molitoria del passato, molto probabilmente svolta mediante l’azionamento di ruota orizzontale.
Cartografia:
