Rif: 083
Comune: Bonnanaro
Il mulino è riportato nella Tav. 6 della cartografia del Real Corpo di Stato Maggiore Generale (Catasto De Candia, Comune di Bunnanaro, anno 1844) con il toponimo “Molino di St. Gioanni” sulla sponda sinistra del rio omonimo. Lo stesso è riportato nei documenti catastali del Cessato Catasto di Sassari (Frazione E, Comune di Bunnanaro, post 1881), derivante dai rilievi del Catasto De Candia, con il toponimo “M° Delogu”, così come ancora oggi è noto nel posto. Il mulino è riportato nella cartografia I.G.M. F° 193, in scala 1:100.000 (“Bonorva”) e nell’ingrandimento in scala 1:25.000 (F° 193 I S.O. “Tiesi”- Ril. 1885), in quest’ultimo individuato con il toponimo “M° S. Giovanni”. L’opificio è riportato in dettaglio nel Foglio 15 in scala 1:2.000 del primo impianto del catasto del Comune di Bonnanaro (ante 1931) sulla sinistra idrografica del Rio di San Giovanni; una lunga derivazione, innestata piuttosto a monte in un affluente denominato Rio Corona, alimenta prima un altro opificio (Rif. 625) e, quindi, questo mulino (è presente, comunque, un innesto intermedio dal Rio San Giovanni alla gora che lo rende idraulicamente indipendente), prima di essere nuovamente indirizzata nello stesso rio principale.
Il mulino, pur conservando gran parte della struttura muraria, risulta in precarie condizioni, con gran parte della copertura crollata. Oltre ai locali adibiti all’attività molitoria, l’edificio, di discrete dimensioni, si compone anche della parte abitativa, ubicata nel primo piano di un corpo di fabbrica sviluppato in due livelli. La pietra da costruzione è calcarea e di natura vulcanica, di dimensioni variegate, originariamente coperta da intonaco, ma anch’esso in via di disfacimento. E’ riconoscibile nel terreno, dalla vista aerea, praticamente per tutto il suo sviluppo, l’affossatura della gora che conduceva gli apporti idrici verso l’opificio, così come è riconoscibile, in prossimità dell’edificio, un lungo tratto di canalizzazione rialzata in muratura che indirizzava l’apporto idrico derivato direttamente “dall’alto” su una scomparsa ruota verticale.