Rif: 656
Comune: Arzachena
Il “M° d’Arzachena” è riportato nella carta I.G.M. in scala 1:100.000 (”La Maddalena”; Ril. 1896) e negli ingrandimenti F° 168 - II in scala 1:50.000 (“S. Maria d’Arsachena”; Ril. 1896) e F° 168 - II S.E. in scala 1:25.000 (“Arzachena”; Ril. 1896). In dettaglio l’edificio è riportato nel Foglio 44 del primo impianto del catasto del Comune di Arzachena (ante 1931) con toponimo “Reg Mulinu Figaccia” nella sponda destra del Rio S. Giovanni rispetto al quale risulta idraulicamente connesso attraverso una derivazione. Il mulino è riportato con il toponimo “Mol. d’Arzachena” anche nella vecchia carta del Touring Club Italiano in scala 1:250.000 (foglio “Tempio Pausania”, 1908-1916).
Dall’insieme di opere e pregevoli edifici costruiti essenzialmente con conci di granito, interessati da interventi di restauro, è possibile distinguere elementi della pregressa attività molitoria svolta sia mediante la forza idraulica, sostenuta dalla vicinanza del Rio S. Giovanni, sia mediante un impianto a vapore, come suggerisce la presenza di un alto camino, probabilmente aggiunto successivamente. Prossimo all’opificio è visibile un tratto di gora con sponde rivestite in pietrame sbozzato di granito. Annessa al complesso edificato è presente una zona recintata con muratura, anch’essa in granito, la cui funzione ipotizzabile era quella di “bottaccio”, ossia un bacino atto a raccogliere l’acqua in arrivo dalla gora prima di essere immessa, con portata costante, attraverso un imbocco posto nella parte bassa dell’invaso (ancora visibile) verso la/e turbina/e dell’impianto di macinazione. A tal proposito il foglio catastale n° 44 sopra menzionato riporta graficamente, in corrispondenza del mulino, un’espansione della gora in arrivo, tale da definire, appunto, un’area di raccolta dell’acqua.